Nella rete ci sono pure i ragni, quelli che la rete la fanno.

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Multinazionali che vengono percepite come “meno aziendali”, più “cool” ed eticamente – quasi spiritualmente – migliori delle altre riguarda molte compagnie associate a Internet in modo tanto stretto da essere identificate con la rete stessa.

 Casi da manuale Amazon, Apple.

jeff bezosJeffrey Preston Bezos - gli invidiamo un patrimonio netto: 131,4 miliardi USD (2019) - fondatore, presidente e amministratore delegato di Amazon.com, la più grande società di commercio elettronico al mondo, fondatore di Blue Origin, società di start up per voli spaziali, e proprietario del The Washington Post.

Il “miracolo” Amazon, dei super-sconti, spedizioni velocissime, “coda lunga”, offerta apparentemente infinita, si regge sullo sfruttamento di uomini e donne in condizioni vessatorie, pericolose, umilianti. Un modello in continua "delocalizzazione" un virus che viene da molto lontano e si replica e consolida in ogni dove.

La frase-chiave la dice in tribunale un ex-magazziniere: “They’re killing people mentally and phisically.”  Un modello esemplare: estrema precarietà del lavoro, in un clima di perenne ricatto e assenza di diritti; ritmi inumani, con velocità raddoppiate da un giorno all’altro (da 250 a 500 “colli” al giorno) senza preavviso, luoghi di lavoro insalubri e una temperatura interna superiore i 40° o inferiore ai 10°; provvedimenti disciplinari ai danni di chi rallenta il ritmo o, semplicemente, sviene per il caldo; licenziamenti “esemplari” su due piedi con il reprobo scortato fuori sotto gli occhi dei colleghi.

Amazon, “gigante buono” di cui si è sempre parlato in modo acritico, se non adorante e populista, ora a Milano, si prepara ad aprire il primo negozio fisico e sarà un '4 Star', ovvero destinato a vendere prodotti solo con recensioni (di chi?) dalle quattro stelle in su, anche mirate ai consumatori italiani. 

iPhone, iPad, ovvero Apple

Vale la pena ricordare la vicenda della Foxconn, multinazionale cinese nelle cui fabbriche si assemblano iPad, iPhone e iPod. Una storia dimenticata perchè insabiata. Dal 2007, ed a proseguire per molti anni sucessivi, nel complesso, a morire (suicidandosi) è una ventina di dipendenti. Indagini di vario genere hanno indicato tra le probabili cause tempi infernali di lavoro, mancanza di relazioni umane dentro la fabbrica e pressioni psicologiche da parte del managementChe soluzioni ha adottato la Foxconn per prevenire queste tragedie? Ha installato delle “reti anti-suicidio”.

 Ma Apple a differnza di Amazon progetta e costruisce telefonini, tablet, computer. E non si potrebbe mai mettere in movimento per produrre cento di ogni tipologia, ne devono produrre almeno cento milioni. Quanto lavoro va ad incorporarsi in ognuno di questi nostri gadget? Riflettiamo su:
Il reperimento di una materia prima come il litio. O non esisterebbero le batterie ricaricabili. In natura non esiste in forma “pura”, e il processo per ottenerlo è costoso e impattante per l’ambiente ( il 70% dei giacimenti mondiali è in fondo ai laghi salati della Bolivia), e il governo boliviano non ha alcuna intenzione di svenderlo;  e le nocività a cui si assoggetta chi lavora nell’industria petrolchimica che produce i polimeri necessari; e il lavoro senza tutele degli operai che assemblano i dispositivi; per arrivare al lavoro (nocivo, ai limiti del disumano) di chi “smaltisce” la carcassa del laptop o del tablet in qualche discarica africana e soprattutto pianificata, questo lavoro è già previsto, fin dalla fase della progettazione.

Allora chiediamoci: chi sono i padroni della rete? E chi sono gli sfruttati nella rete e dalla rete?
Non è tanto difficile scoprirlo: basta leggere le “Norme di utilizzo” dei social network a cui siamo iscritti; leggere le licenze del software che utilizziamo; digitare su un motore di ricerca l’espressione “Net Neutrality”
In questo modo eviteremo scemenze come la campagna “Internet for Peace” o le narrazioni sul futuro orrende, di “totalitarismo soffice”, come quella che emerge dal video della Casaleggio Associati intitolato Gaia: The Future of Politics.

 

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Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.

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