Controllati e sorvegliati dal Green Pass

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Una breve storia del Green Pass italiano, ovvero “la più grande opera di digitalizzazione mai fatta”, secondo il ministro della Salute Roberto Speranza. Tuttavia più di qualcuno è dell'idea che il Green Pass non deve essere inteso - esclusivamente e principalmente - come una misura sanitaria, ma piuttosto come uno strumento finalizzato al controllo sociale. Qui si spiegano i come dell' "impresa".

greenpassNegli ultimi tempi, tutti i paesi europei  hanno conosciuto discussioni molto accese e estremamente polarizzate sui vaccini anti-COVID. Questo ha, probabilmente, impedito a molte persone di rendersi conto delle questioni più profonde e delle implicazioni di misure come i passaporti COVID, che riguardano la società nel suo complesso, indipendentemente dallo stato vaccinale delle persone. Di conseguenza, non c'è stata quasi nessuna discussione su queste implicazioni più profonde, fatto che rappresenta necessariamente un problema per le società democratiche.

Evidentemente, tutte le misure menzionate sono state introdotte in risposta alla crisi scatenata dalla pandemia COVID-19, e si è trattato senza dubbio di uno sforzo molto importante. Controllare la diffusione del virus ed evitare la sofferenza e la morte sono obiettivi importanti, condivisi da una grande maggioranza di persone. Tuttavia, una società democratica ha bisogno di attivare un dibattito serio e aperto sui mezzi adeguati per raggiungere questi obiettivi. E questo richiede di esaminare attentamente le potenziali implicazioni delle misure adottate, specialmente quando queste possono minare le basi stesse della democrazia.

Stando così le cose vale la pena ricordare  che, l'8 ottobre 2021, il governo italiano ha approvato un decreto legge che modifica la legge sulla privacy. Le modifiche apportate conferiscono un ampio potere alle istituzioni pubbliche di utilizzare i dati personali delle persone per una serie di scopi, purché tale utilizzo sia dichiarato al servizio dell'interesse pubblico. Così, “ora qualsiasi ente pubblico o società a controllo statale potrà decidere autonomamente poiché il decreto legge afferma che, “la finalità del trattamento è indicata dall’amministrazione stessa” per potere utilizzare tutti i dati personali del cittadino per qualsiasi obiettivo (la vaghezza della dicitura “pubblico interesse”); per di più eludendo il controllo preventivo del Garante della Privacy.   

Sebbene i consideri che tutti i dati raccolti e conservati sulla piattaforma nazionale per il rilascio dei Green Pass dovrebbero essere cancellati alla scadenza del rispettivo Green Pass, il quadro giuridico fornisce una scappatoia affermando che le informazioni possono, tuttavia, essere conservate “nel caso siano utilizzate per altri trattamenti, disciplinati da apposite disposizioni normative, che prevedono un tempo di conservazion e più ampio”.

Pertanto, i passaporti COVID rischiano di creare un precedente e di aprire la strada a un controllo sociale ampio e profondo, in particolare attraverso le tecnologie digitali su cui si basano. Si tratta di questioni serie, che comportano profonde mutazioni nel modello di governo e di società, verso una maggiore sorveglianza, disciplina, coercizione e sanzioni. Anche se attualmente l’attenzione si concentra sulla questione della vaccinazione contro il COVID, il campo di applicazione dei dati incrociati e dell'identità digitale può essere facilmente esteso. È importante inserire questo cambiamento nel contesto di una crisi di democrazia che molte società (europee) stanno attualmente vivendo.

Il caso italiano è, ancora una volta, illustrativo a questo proposito: il Green Pass e gli obblighi vaccinali per alcune categorie professionali e gruppi di età sono stati introdotti da un governo che non solo è "un governo che è il più filo- padronale e neoliberista della storia italiana, presieduto dall’ex-capo della Banca centrale europea, uno degli uomini che pilotarono lo strangolamento della società civile greca , ma che inoltre non è mai stato legittimato da un voto popolare e che ha operato durante tutta la pandemia principalmente attraverso decreti. Inoltre, l'affluenza alle urne è in calo negli ultimi anni e recentemente ha raggiunto un minimo storico, quando le elezioni locali nell'ottobre 2021 hanno registrato la più bassa affluenza alle urne della storia italiana.

Un altro aspetto che dovrebbe essere menzionato in questo contesto è la crescente dipendenza delle autorità statali nei confronti dei militari e della polizia. Nel marzo 2021, il governo italiano ha nominato un generale dell'esercito “Commissario speciale per l'emergenza COVID-19”, incaricandolo di coordinare l'attuazione delle misure contro la pandemia e l'implementazione della campagna vaccinale nazionale. L'esercito ha inoltre svolto un ruolo attivo nell'avvio della campagna di vaccinazione italiana, ad esempio mettendo in funzione presidi vaccinali propri in diverse parti del paese. Per quanto riguarda la polizia, essa ha svolto un ruolo importante nel far rispettare le restrizioni, in particolare il controllo sull’applicazione delle regole del Green Pass. In città come Roma, gli agenti della polizia locale controllano, per esempio, il Green Pass dei passeggeri su treni, autobus, tram e metropolitana, per garantire il rispetto delle regole che limitano l'uso del trasporto pubblico alle persone vaccinate e recentemente guarite.

I momenti storici che vengono vissuti come crisi, o addirittura emergenze, e che vengono inquadrati in questo modo sono pericolosi perché fanno accettare alle persone e alle società cose che altrimenti non accetterebbero. L'esperienza passata dimostra che le misure introdotte in questi momenti molto spesso restano in vigore anche in seguito. Poiché stiamo assistendo a un progressivo allentamento delle restrizioni in molti paesi in Europa e altrove, può sembrare che tutto sia finito. Tuttavia, in molti paesi, l'allentamento non significa ritirare tutte le misure. Inoltre, nella maggior parte dei casi, le autorità hanno annunciato che le misure possono essere rapidamente reintrodotte se il numero di infezioni dovesse aumentare o laddove considerino che la situazione lo richieda.

E' stato creato un precedente e l'infrastruttura è ora pronta - e potrebbe anche essere consolidata. Ora che l'attenzione pubblica si sta distogliendo dalla pandemia, potrebbe essere un momento molto critico in cui la discriminazione basata sullo stato di vaccinazione e il controllo tramite identità digitale diventeranno elementi permanenti della "nuova normalità". Pertanto, dobbiamo essere estremamente attenti e prudenti. Nella sitazione attuale, ciò significa non permettere che i comprensibili e legittimi sentimenti di paura del virus e il desiderio di un ritorno alla vita "normale" ci facciano credere acriticamente a immaginari e narrazioni promosse dai governi e da altri attori di potere; e nemmeno accettare misure draconiane che minano la democrazia. È precisamente una delle caratteristiche fondamentali della democrazia quella di non permettere a nessun fine di giustificare tutti i mezzi.

Scritto da Berlin89

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