Dai tedeschi In fatto di nascite una lezione di civiltà

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Anche i migranti possono beneficiare di uno dei programmi guida della politica a favore delle giovani coppie. È  l’Elterngeld che non è un sussidio ma un vero e proprio assegno familiare elargito a qualsiasi famiglia con figli. Migranti inclusi.

nascite2La popolazione europea invecchia sempre di più, le nascite diminuiscono, e aumenta la richiesta di lavoratori nei settori legati alla terza età. Questa è una dimensione socio-economica destinata ad acuirsi nei prossimi anni.

Anche la Germania ha un "disagio" condiviso e diffuso: il calo della natalità. E a questa “malattia” è associata la fuga delle giovani risorse. Già nel 2017 l’Economist aveva evidenziato la difficoltà di molte aziende tedesche di trovare manodopera all’interno del territorio nazionale. Negli ultimi trent’anni giovani donne e giovani uomini, in età da lavoro, hanno preferito varcare i confini per cercare fortuna economica altrove.

Nei territori dell’ex Germania Est non ci sono più (spiega il Financial Times) abbastanza donne in età fertile per sperare in un cambio di prospettiva. C’è chi vede nei flussi immigratori, caratterizzanti la recente epoca, una delle possibili soluzioni al problema del calo demografico; ma se questa possibilità ha avuto all’inizio un margine di concretezza, oggi anche gli immigrati mostrano una mobilità parecchio fluida e concentrata perlopiù nella direzione delle grandi metropoli; però è anche vero che l’ex Germania Est non è la Germania tutta, che dimostra di aver imboccato l’uscita del tunnel.

Il calo demografico è un problema trasversale su più piani, è sicuramente transnazionale e scalfisce il futuro di più generazioni. Si sta discutendo di un fenomeno che è ormai tipico dei paesi occidentali, dal quale nemmeno (e soprattutto) l’Italia sfugge.

Gli italiani non hanno più voglia di fare figli? Beh, sembra proprio che ci sia poca voglia di (come si diceva un tempo) metter su famiglia. E anche le coppie “miste”, cioè formate da almeno uno straniero, cominciano a uniformarsi al trend delle coppie 100% made in Italy

L’Italia è irrimediabilmente condannata a diventare una nazione di anziani?

Secondo il rapporto Istat sui dati provvisori relativi al 2018, sono state iscritte 140mila nascite in meno rispetto al 2008, mentre l’aspettativa di vita aumenta.
La popolazione residente in Italia è in calo dal 2015. 

Con un rapporto del 2016, Philip Booth (economista inglese) parlava di “bomba demografica a orologeria dell’Europa”. Booth nello specifico temeva per le sorti demografiche della Germania, ma l’oracolo inglese sembra smentito dai recenti dati.

Infatti, per la Germania oggi si parla di un nuovo boom demografico. Le politiche pubbliche e il miglioramento del mercato del lavoro supportano l’avvio di un’inversione di tendenza.

La Germania si dimostra un esempio da seguire? A quanto pare la risposta è sì e questo fatto probabilmente fa storcere il naso ai politici italiani e, in generale, all’intera classe dirigenziale europea.

I dati presentati dalla Banca Mondiale (e riportati dall’agenzia Bloomberg) parlano chiaro: la caduta del tasso di fertilità in Germania ha avuto inizio nel 1966, quando la media era di 2,5 figli per donna; le politiche tedesche a protezione e a vantaggio dei nuclei familiari con figli hanno fatto schizzare su il tasso di fertilità, risollevatosi fino a 1,59 figli per donna.

La locomotiva d’Europa, che per prima aveva cominciato a subire gli effetti del progressivo (secondo l’opinione di molti) inesorabile invecchiamento della popolazione, smentisce ogni catastrofico pronostico. 

I primi segnali della probabile inversione della tendenza negativa sono il risultato delle politiche tedesche, in vigore già dal 2004, quando sono stati approvati provvedimenti vari a supporto dei padri. È questa una misura, oltre che di alta rilevanza demografica ed economica, di forte valore civile. In questo momento le mamme teutoniche sono ben consce di non essere costrette a scegliere tra figli o carriera, perché la legge consente al padre di dedicare tempo ai figli.

Tuttavia, le autorità tedesche sanno anche che questi aiuti non bastano da soli a invertire il trend. Un supporto importante arriva dal dato dei figli per donna degli stranieri residenti in Germania. Nel 2016 queste ultime hanno fatto registrare 2,28 figli per donna (nettamente superiore agli 1,46 figli per donna delle tedesche). Nonostante il gap, il trend si mantiene impostato al rialzo per entrambi i gruppi di donne già da qualche anno.

Nonostante il baby boom, le morti continuano a superare le nascite in un paese che riesce ad aumentare la popolazione solo grazie ai flussi migratori. 

Uno dei programmi guida della politica a favore delle giovani famiglie è l’Elterngeld. Insieme al Kindergeld, l’Elterngeld non è un sussidio ma un vero e proprio assegno familiare elargito a qualsiasi famiglia con figli.

L’Elterngeld, a differenza del Kindergeld (cui hanno diritto tutti coloro che hanno figli, naturali o adottivi, nipoti o bambini in affidamento che vivono nel loro stesso nucleo familiare), è un’indennità per congedo parentale che può essere richiesto da coloro che vogliono stare con i propri figli e può essere condiviso tra i partner, così che entrambi possano sia lavorare che trascorrere del tempo per accudire la prole. L’Elterngeld garantisce un adeguato livello di vita ai padri che scelgano la riduzione della giornata lavorativa per occuparsi dei figli.

I prossimi anni ci diranno se il mix tra politiche pro-famiglia e buona gestione dei flussi migratori sarà in grado di garantire una duratura crescita della popolazione. Comunque sia, chapeau al buon esempio della Germania che non discrima prima di elargire l'assegno familiare.

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Luca Manduca
È nato a Catania nel 1974. Maestro d'arte e grafico pubblicitario, laureato in giurisprudenza, tutor di diritto e economia, conciliatore. Attualmente vive a Milano, collabora col Centro Studi Berlin89 e scrive per la testata giornalistica Berlin'89.
Autore del libro "Una sana ossessione - Tra gli eroi, i luoghi e gli incanti di Chiamami col tuo nome - (Cavinato Editore)
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