Entartete Kunst, ossia arte degenarata

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Le opere nella mostra inaugurata da Hitler nel 1937, a Monaco di Baviera erano accompagnate da scritte dispregiative e da elevatissime indicazioni di prezzo, costi che i musei avevano precedentemente pagato agli «speculatori ebrei». L’esposizione si proponeva di mostrare al pubblico quei generi artistici non ammessi dalla nuova «razza superiore», definiti appunto «degenerati».

L’apertura dell’esposizione, Entartete Kunst, cioè arte degenarata. – 650 opere di 120 artisti degenerati – avvenne il giorno dopo l’inaugurazione di una Grande Rassegna di arte Germanica, che comprendeva invece opere gradite al regime. Come effetto non desiderato, la mostra ebbe un successo di gran lunga maggiore di quella dell’arte ufficiale e la sua apertura dovette essere prolungata ed il pubblico (si conteranno alla fine più di un milione duecentomila persone) fu costretto a lunghe attese prima di vederla, attratto soprattutto dai divieti posti dal regime, tra i quali quello di visita alla rassegna da parte dei giovani.

Gli autori delle opere proibite, dichiarati malati,  per la maggior parte espressionisti, sono quegli artisti che oggi tutti riconoscono come personalità di spicco dell’arte del Novecento: Ernst Barlach, Max Beckmann, Otto Dix, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Käthe Kollowitz, Max Liebermann, Ernst Ludwig Kirchner, Emil Nolde, Edward Munch e molti altri senza escludere “il più degenerato degli artisti”, Pablo Picasso

 
Inaugurata da Hitler e Göbbels, l’esposizione è accompagnata da un catalogo illustrato, che in un capitolo introduttivo spiega i fini  della manifestazione e presenta l’insieme delle opere raggruppandole sotto vari temi. “Manifestazioni dell’arte razzista giudaica”, “Invasione del bolscevismo in arte”, “La donna tedesca messa in ridicolo”, “Oltraggio agli eroi”,” I contadini tedeschi visti dagli ebrei”, “La follia eretta a metodo” o “La natura vista da menti malate”.
Le tele esposte sono circondate da slogan che puntano a metterle in ridicolo, e accompagnate, a titolo di confronto, dai disegni di malati mentali internati.
 

Hitler il 19 luglio 1937: “Vorrei quindi, oggi in questa sede, fare la seguente constatazione: fino all’ascesa al potere del Nazionalsocialismo c’era in Germania un’ arte cosiddetta “moderna”, cioè, come appunto è nell’essenza di questa parola, ogni anno un’arte diversa. Ma la Germania nazionalsocialista vuole di nuovo un’ “arte tedesca”, ed essa deve essere e sarà, come tutti i valori creativi di un popolo, un’arte eterna. Se invece fosse sprovvista di un tale valore eterno per il nostro popolo, allora già oggi sarebbe priva di un valore superiore.”


 

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