Il baratto infame: manodopera italiana-carbone tedesco o belga

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Cinquecentomila lavoratori italiani fra l’inizio del 1938 e la prima metà del 1943 emigrarono in Germania. Gli italiani finirono con l'essere considerati degli individui di cui la Germania aveva bisogno e che allo stesso tempo la maggioranza della popolazione disprezzava.  i lavoratori italiani venivano trasportati, dai treni-merce su cui avevano viaggiato, in appositi carri-bestiame, a baraccopoli per essere allogiati

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Lavoratori italiani in Germania e turisti tedeschi in Italia

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Dagli ultimi dati prima che scoppiasse la pandemia risulta che i visitatori germanici hanno speso nel Belpaese sei miliardi di euro. Dei settecentomila italiani che vivono in terra tedesca, soltanto un decimo di costoro grava sulle finanze federali percependo sussidi sociali. Il tutto accade nonostante i pregiudizi da una parte e dall'altra parte siano duri a morire. Suggestiva conclusione di Alfredo Venturi autore di questa breve Storia dei rapporti tra italiani e tedeschi. Scrive: “Auguriamoci un tempo nuovo in cui si parlerà non più di italiani e tedeschi, ma di europei di lingua italiana, europei di lingua tedesca”. Auguriamocelo.

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Tradimento, parola di largo consumo fra Germania e Italia

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Verrat, tradimento. É una parola che rimbalza spesso fra Italia e Germania, fin dai primi anni dell'era volgare quando il germanico Arminio, ufficiale e cittadino romano, voltò le spalle al suo comandante Publio Quintilio Varo e trascinò le legioni nella trappola mortale della selva teutoburgica.

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Come mai agli intellettuali progressisti tedeschi piacque (tanto) Garibaldi

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La figura di Garibaldi seduceva i tedeschi riscattando molti atavici pregiudizi a carico degli italiani. Una nipote di Theodor von Neuhoff, singolare avventuroso personaggio che riuscì per qualche tempo a farsi incoronare re di Corsica, non aveva forse sposato nei primi decenni del Settecento un certo Giuseppe Battista Garibaldi, che sarebbe il bisnonno del condottiero?

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L'Italia con le sue meraviglie ma senza «la rettitudine tedesca»

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Così sentenziò Goethe a conclusione (1790) della sua seconda visita a Venezia. E' sconsolato e disilluso da quando ha scoperto che nella Terra della bellezza che tanto ama i viaggiatori rischiano di essere derubati e anche assassinati come toccò a Johann Joachim Winckelmann storico dell'arte e archeologo che il papa nominò sovrintendente alle antichità di Roma, e che morì a Trieste accoltellato. 

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Italia-Germania. Cinquecento anni di amore e odio

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Il sacco di Roma (6 maggio 1527) compiuto dai Landsknechte  è l'evento che più compromette l'immagine dei popoli germanici agli occhi degli italiani. Il deterioramento dell'immagine è reciproco e durerà a lungo, trasformandosi in una impropria generalizzazione, in un luogo comune che attraverserà i secoli. 

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