Quando nasce la grande armata per fare la guerra alla Russia

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Per meglio capire l' origine della guerra in Ucraina, riproniamo questo articolo che risale al febbraio del 2020, quando oltre mezza Europa sta per essere percorsa da 37 mila soldati che saranno impiegati nelle grandi manovre della Nato di “Defender Europe 2020” alla quali partecipa  il più grande dispiegamento di truppe americane in Europa dai tempi della Guerra Fredda. 

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Sicuramente il Coronavirus ne ha stemperato il clamore, la comunicazione mainstream procede in sintonia, e così i preparativi per le grandi manovre NATO di “Defender Europe 2020” - “Def20” la sigla - proseguono “indisturbati” come usa dire.  

Eppure, sarà il più grande dispiegamento di truppe americane in Europa dai tempi della Guerra Fredda.

Il Pentagono vi invierà 20 mila soldati, tra cui alcune migliaia della Guardia Nazionale provenienti da 12 Stati Usa, che si uniranno ai 9 mila già presenti in Europa portando il totale a circa 30 mila. Essi saranno affiancati da 7 mila soldati di 13 paesi europei della Nato, tra cui l’Italia, e 2 partner, Georgia e Finlandia.  

E' accertato che durante il “Defender Europe 2020”, saranno sperimentate nuove tecnologie militari, come l’uso di intelligenza artificiale, le armi supersoniche e i robot, poiché il loro utilizzo è stato pianificato, assicurano gli esperti, a partire dal 2028. Infatti, il capo di stato maggiore dell'Areonautica statunitense David Goldfein di recente ha confermato che l’esercito americano si sta preparando a un nuovo concetto di guerra, la cui essenza è rappresentata dalla penetrazione segreta nel territorio nemico poiché “Ogni difesa ha dei buchi, come il formaggio svizzero, noi conosciamo questi buchi, possiamo usarli, possiamo penetrarli e tenere in vista gli oggetti sul vostro territorio”, ha assicurato il militare.

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Nell'attesa che le previsioni del generale a quattro stelle si concretizzino, oltre agli armamenti “speciali”che arriveranno da oltreatlantico, le truppe Usa impiegheranno 13 mila carri armati, cannoni semoventi, blindati e altri mezzi militari provenienti da «depositi preposizionati» Usa in Europa.

I convogli militari con i mezzi corazzati percorreranno 4 mila chilometri attraverso 12 paesi, operando insieme ad aerei, elicotteri, droni e unità navali. Paracadustisti statunitensi della 173a Brigata e italiani delle Brigata Folgore si lanceranno insieme in Lettonia. Quello che ancora non si sa è se transiteranno sulle strade asfaltate quelle macchine da guerra che pesano più di cento tonnellate.

Ci sta provando a saperlo Katerina Vogler deputata della Linke il Partito della Sinistra tedesca, la quale nell'articolo “Stop the Defender 2020 Exercise!" pubblicato sul Die Freiheitsliebe, si chiede appunto se la rete di trasporto europea può grantire il buon esito di un dispiegamento militare di tale portata.
 
Naturalmente ci sono i costi.
Gli Stati Uniti hanno messo in conto 340 milioni di dollari, gli Stati europei, oltre ai costi di partecipazione si caricheranno anche delle spese di riparazione dei i danni che l'esercitazione causerà alle infrastrutture civili.

L'onorevole Vogler, non usa mezzi termini quando scrive che la Germania, penalizzata dalla sua posizione geostrategica nel cuore dell'Europa, sarà stravolta poiché da febbraio a luglio, tra arrivi e partenze, diverranno basi millitari a tutti gli effetti gli aeroporti di Berlino, Brema, Amburgo, Francoforte, Monaco, Norimberga e Ramstein, nonché i porti a Bremerhaven, Brema, Duisburg, Krefeld e Mannheim.

 “ Un esercito di tali dimensioni che marcia per quattro mesi, scombussolerà tutto il traffico ferroviario e quello stradale, poiché la tendenza è di privilegiare il traffico militare a scapito di quello civile”, rincara Katerina Vogler e annuncia grandi manifestazioni dei movimenti pacifisti lungo le rotte dei convogli militari.

 Del resto nemmeno il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier sembra entusiasta del passaggio di uomini e mezzi.

Nel suo discorso di apertura alla 56a Conferenza sulla sicurezza di Monaco, aveva criticato l' “America First” del presidente americano Donald Trump, sostenendo che gli Stati Uniti mettono i propri interessi al primo posto a spese dei loro “alleati più stretti”. Infatti era stata l'edizione americana di Warrior Maven: Military and defense news per primo che, nel novembre dello scorso anno, aveva annunciato che le esercitazioni sono tutte mirate alla “presa di una testa di ponte in un paese-aggressore”. Siccome il “Defender 2020”, si attesterà lungo i confini di Russia e Bielorussia, ci vuole poco a capire che il “nemico” designato dagli Stati Uniti è il Paese di Putin, anche se non tutte le nazioni europee sono d'accordo.

Naturalmente la Gran Bretagna, i Paesi baltici, la Polonia ne sono entusiasti, molto meno Francia, Paesi Bassi, Belgio sul territorio dei quali comunque verranno dispiegate truppe americane. Nulla in confronto a quello che accadrà in Germania con il passaggio dell'intero contingente statunitense. Da qui il malessere dei tedeschi che il presidente Steinmeier ha riassunto alla platea della Monaco Security Conference 2020.

Ma non pensate la Germania come il paese dei pacifisti, poiché essa continua a esportare armi nei Paesi della coalizione a guida saudita in guerra nello Yemen.

Ha concesso 3.766 licenze (1,48 miliardi di euro) all’alleanza araba, collocandosi al primo posto della lista dei paesi che fanno affari con la guerra, seguita a distanza dagli Stati Uniti al secondo posto con 1586 licenze ( 524,72 milioni di euro).

Sicché l’aviazione saudita sgancia bombe su scuole, ospedali, carceri con i caccia eurofighter (tecnologia tedesca). Impiega tornado, Airbus A330 MRTT con la doppia funzione di rifornimento e trasporto militare (costruiti ad Amburgo). Non c'è nulla di inventato.

Per saperne di più basta navigare su "Bellingcat" o"Lighthouse Reports", le due testate di giornalismo investigativo che utilizzando Internet hanno dimostrato non soltanto che la tecnologia militare prodotta in Germania è utilizzata nello Yemen, ma anche dove e quando. Nessuno li ha smentiti, anzi. Incalzato dalle domande dei giornalisti il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, ha ammesso che non aveva "nessuna conoscenza" dell'uso delle armi tedesche nella guerra in Yemen fino a febbraio 2019. E non ha aggiunto altro.

Tutto questo per dire quanto sia difficile distinguere il vero dal falso quando ci sono di mezzo le armi. Infatti, tra pochi giorni 30 mila soldati americani assieme a settemila militari europei si eserciteranno a difendere l’Europa da una aggressione russa, come mai potrebbe accadere poichè si userebbero missili nucleari e non i carri armati. Comunque sia, le armate in marcia hanno sempre effetti terapeutici, seminando tensione e alimentando l’idea del nemico che incalza, spengono la voglia di pensare.

 

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Vincenzo Maddaloni
Vincenzo Maddaloni ha fondato e presiede il Centro Studi Berlin89, l'associazione nata nel 2018, che si propone di ripercorrere analizzandoli i grandi fatti del mondo prima e dopo la caduta del Muro di Berlino. Professionista dal 1961 (per un decennio e passa il più giovane giornalista italiano), come inviato speciale è stato testimone in molti luoghi che hanno fatto la storia del XX secolo. E’ stato corrispondente a Varsavia negli anni di Lech Wałęsa (leader di Solidarność) ed a Mosca durante l'èra di Michail Gorbačëv. Ha diretto il settimanale Il Borghese allontanandolo radicalmente dalle storiche posizioni di destra. Infatti, poco dopo è stato rimosso dalla direzione dello storico settimanale fondato da Leo Longanesi. È stato con Giulietto Chiesa tra i membri fondatori del World Political Forum presieduto da Michail Gorbačëv. È il direttore responsabile di Berlin89, rivista del Centro Studi Berlin89.
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