Nella classifica del Genderworld l'Italia è negli ultimi posti

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La protesta internazionale contro la violenza sulle donne non può esaurirsi nella giornata del 25 novembre sostengono in molte. E qui lo spiegano. Il disegno è di Martino Pietropoli


Arianna Censi, vice sindaco della Città Metropolitana di Milano.
“ Imparare a distinguere tra quello che fa comodo fare e quello che dobbiamo fare”, è l'invito che Arianna Censi, vicesindaca della città metropolitana di Milano rivolge a tutti, femmine e maschi, nel video che pubblichiamo a fianco. Le fa eco Loredana Taddei responsabile delle Politiche di Genere della Cgil, che rincara:" Spesso, a forza di vederci riflesse nello specchio rimpicciolente continuamente dal mainstream, ci convinciamo noi stesse della nostra irrilevanza. E' vero, accade, ed è un lavoro continuo che tutte dobbiamo fare per convincerci della nostra forza e del nostro valore. Da lì inizia, prima di tutto, la lotta contro la violenza degli uomini sulle le donne. Dall'autostima.".

Un esempio incoraggiante viene dalla Svezia dove da luglio è entrata in vigore una legge che cambierà il modo in cui i reati sessuali sono perseguiti nel paese. Il sesso senza una forma esplicita di consenso, fisica o verbale, è ora considerato stupro. La legge è arrivata dopo una lunga campagna di sensibilizzazione che ha acquisito rilevanza nel dibattito nazionale soprattutto dopo due brutte storie di violenze sessuali avvenute nel 2013, e si inserisce in un più ampio movimento di educazione ai temi del consenso e del sesso che sta avvenendo a livello mondiale, e sta portando sempre più attenzione sul tema della necessità di leggi che prendano in considerazione il “consenso affermativo” quando si parla di reati sessuali.

Grazie alla campagna di sensibilizzazione svolta negli ultimi anni dal movimento Fatta, la Svezia ha cambiato la propria legge in materia di consenso e violenza sessuale, adattandola ai principi stabiliti dalla Convenzione di Istanbul del 2011 sulla violenza sulle donne. La Convenzione, tra le altre cose, prevede che le nazioni firmatarie debbano considerare illegale qualsiasi forma di atto sessuale che non preveda il consenso dei partecipanti. Nonostante sia stata firmata dalla maggior parte dei paesi europei, sono pochi quelli che hanno cambiato le proprie leggi per riconoscere il sesso non consensuale come stupro. Tra questi ci sono, oltre alla Svezia, il Regno Unito, la Germania, il Belgio, l’Irlanda, Cipro e l’Islanda. Ma l'Italia no.

“ In Italia”, precisa Loredana Taddei, “ noi donne ancora non contiamo, almeno così accade nei racconti dei giornali. Se contiamo, è come categoria. Noi non siamo una categoria, siamo costitutive dell'umanità. Non siamo portatrici di palloncini e non siamo folklore. Siamo la voce principale del dissenso. Si parla sempre, o comunque tanto, di noi in relazione alla violenza che subiamo. Ma la cancellazione di noi nel racconto, nelle cronache, è già violenza.”, conclude la responsabile delle Politiche di Genere della Cgil.

Qualche dato a riprova. Ogni anno dal 2006 il World Economic Forum (WEF) pubblica una ricerca che quantifica le disparità di genere in vari paesi del mondo: il Global Gender Gap Report. Il rapporto permette di fare una comparazione tra paesi e individuare i miglioramenti e i peggioramenti nelle disparità di genere in base a quattro criteri: economia (si considerano salari, partecipazione e leadership), salute (aspettative di vita e rapporto tra sessi alla nascita), istruzione (accesso all’istruzione elementare e superiore) e politica (rappresentanza). Va subito precisato che il rapporto non misura la qualità della vita in generale delle donne o il loro livello di libertà – non tiene conto, per esempio, di questioni come il diritto all’aborto o il livello della violenza di genere – ma misura semplicemente il divario quantitativo tra uomini e donne in quattro settori della società. L’ultimo rapporto presenta Islanda, Norvegia e Finlandia ai primi tre posti, la Svezia al quinto, la Danimarca al quattordicesimo. L’Italia è all’ottantaduesimo.

violenza donne 4Foto di Kristopher Roller

 

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