Ai tempi del terrore e del Vaccinificio all'italiana

Gli scolari tedeschi non hanno l’obbligo del grembiule.  E non tutti sono vaccinati. In Germania la scuola dipende dalle regioni, e ognuna fa a modo suo, ma nessuna prevede l’obbligo di vaccinare i figli. 

 

importanteI "grillini"avevano promesso durante la campagna elettorale che le vaccinazioni non le avrebbero rese obbligatorie, avrebbero difesa e sostenuta la libertà di scelta dei genitori. Da quando sono al governo affermano il contrario. Sono le vicende come questa dei vaccini che segnano la distanza tra Germania e l'Italia ogni qual volta il confronto è sul "pubblico", o per essere pù precisi sulla gestione del "pubblico".

 

E siamo a un altro giro di tango del vaccino. Un tango tragico e grottesco, perché con una nuova giravolta la maggioranza di Governo presenta, l’ennesimo emendamento al decreto Milleproroghe con il quale l’autocertificazione per far iscrivere i bambini non vaccinati ad asili e materne, sarà valida per legge fino al 10 marzo del prossimo anno.

 

Sono oramai due anni e passa, che in Italia è in atto una forsennata campagna di allarmismo nei confronti dell’opinione pubblica, basata sulla necessità di incrementare le vaccinazioni di massa.

 

Si è partiti con una scarica terrorizzante di articoli e di interviste sulle possibili epidemie incombenti di meningite e di morbillo, risultate poi inesistenti. Si è continuato con lettere intimidatorie delle ASL a casa dei genitori riluttanti; si è arrivati a una legge che vieta l’ingresso a scuola ai non vaccinati e, quindi, costringe di fatto, l’intera popolazione infantile ad adempiere all'obbligo. Sono stati mobilitati pure i carabinieri che, negli ultimi due giorni, su 15.402 certificazioni e dichiarazioni sostitutive avrebbero rilevato solo 22 infrazioni, lo 0,14 per cento dei casi. Come dire che il pericolo di far entrare in classe bambini non immunizzati sarebbe quasi inesistente.

 

Non ci sono precedenti in Europa di un accanimento simile. Nemmeno nella Germania prussiana, la vaccinazione non è obbligatoria per tutti. Inoltre, ci sono ancora molte zone dove non vengono praticati i vaccini vitali, anche contro il tetano o l’epatite B.

 

E' un bene o un male la libera scelta? Diciamocela tutta. Il fatto che molte famiglie abbiano scelto in questi anni di non vaccinare i figli e si ostinino a difendere la propria scelta, nonostante la martellante, la feroce campagna senza precedenti contro di loro, evidenzia un sospetto e uno scetticismo critico “a priori” sulle competenze e sugli interessi visibili e invisibili di ogni gruppo di potere.

 

Non c'è bisogno di tanti giri di frase. Persino i compassati genitori tedeschi l'hanno gridato chiaro e tondo che i ripetuti allarmi sulle ipotetiche pandemie di meningite e di morbillo servono alle case farmaceutiche che guadagnano miliardi sul terrorismo della paura. Infatti, in tutta la Germania - guarda caso - le quote di coloro che pretendono la libertà di scelta sono in aumento, sia pure di poco, come Roberto Giardina corrispondente da Berlino di lunga data, conferma.

 

Senza entrare nel merito di una faccenda medico scientifica assai complessa, ha un senso assoggettare acriticamente alle burocrazie sanitarie la salute dei propri figli? Quale competenze hanno i parlamentari, spesso mediocri funzionari di partito a sentenziare sulla bontà e quindi sull'obbligorietà di sottoporli ai vaccini polivalenti?

 

Dopotutto queste vaccinazioni di massa non prevedono alcuna conoscenza preventiva della storia sanitaria del bambino né dopo averla somministrata, un'osservazione prolungata degli effetti del farmaco nel tempo. Accade in Italia, dove i medici assemblati nelle masse burocratizzate dei lavoratori sanitari delle Asl (Azienda sanitaria locale), senza competenza alcuna di epidemiologia non fanno che eseguire - sovente con l'arroganza, se non col terrore - i contenuti delle circolari ministeriali che gli arrivano sul tavolo, come nelle Russie dello Zar.

 

Non a caso il media mainstream glissa, essendo praticamente sconsigliato ogni rigoroso e approfondito confronto pubblico sull'argomento. Alla faccia della democrazia. A cominciare dai grillini che del “no ai vaccini” ne avevano fatto una bandiera con l'impegno dichiarato di difenderla ad ogni costo. Invece s' è detta favorevole ai vaccini, proprio la ministra Cinquestelle della Sanità che per ironia della sorte fa di cognome Grillo. Poveretta, il “Vaccinificio” è un'industria che rende moltissimo e dopotutto è un'esclusiva tutta italiana. Mettersici contro vorrebbe dire perdere il posto di ministra. E se qualche vaccino può far male ai bimbi? Che m'importa!

 

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Vincenzo Maddaloni
Vincenzo Maddaloni ha fondato e presiede il Centro Studi Berlin89, l'associazione nata nel 2018, che si propone di ripercorrere analizzandoli i grandi fatti del mondo prima e dopo la caduta del Muro di Berlino. Professionista dal 1961 (per un decennio e passa il più giovane giornalista italiano), come inviato speciale è stato testimone in molti luoghi che hanno fatto la storia del XX secolo. E’ stato corrispondente a Varsavia negli anni di Lech Wałęsa (leader di Solidarność) ed a Mosca durante l'èra di Michail Gorbačëv. Ha diretto il settimanale Il Borghese allontanandolo radicalmente dalle storiche posizioni di destra. Infatti, poco dopo è stato rimosso dalla direzione dello storico settimanale fondato da Leo Longanesi. È stato con Giulietto Chiesa tra i membri fondatori del World Political Forum presieduto da Michail Gorbačëv. È il direttore responsabile di Berlin89, rivista del Centro Studi Berlin89.
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