Europa, perché ti arrendi?

di Kamran Babazadeh 

E' la domanda che un iraniano come lo è l'autore di questo saggio si pone sull' atteggiamento di resa dell' Unione europea di fronte alle sanzioni all'Iran del presidente Trump. Infatti l'embargo totale all'esportazione del greggio iraniano è un vero atto di guerra di cui sembra non rendersi conto gran parte dell'opinione pubblica occidentale, incapace di qualsiasi reazione di fronte alla gravità di questa decisione.

iran55Il 22 febbraio scorso l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, AIEA, ha confermato che l'Iran sta continuando a rispettare l'accordo sul suo programma nucleare, firmato nel 15 luglio del 2015 con il gruppo 5+1 ( USA, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). Il rapporto precisa che gli ispettori della AIEA non hanno trovato alcuna irregolarità riguardante i limiti concernenti il numero di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio e la quantità di uranio arricchito.  

La certificazione è arrivato una settimana dopo l'annuncio del segretario di stato americano Mike Pompeo, che minacciava l'Iran di nuove sanzioni e chiedeva agli alleati europei di rinunciare all' accordo del 2015.  

L'otto aprile 2019 la Casa Bianca decide di inserire l'IRGC (Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica – Pasdaran) e le milizie fedeli alla guida suprema Ayatollah Ali Khamenei, nella lista delle organizzazioni terroristiche, aprendo un nuovo fronte di scontro fra Washington e Teheran. Immediatamente il parlamento iraniano risponde alle vessazioni di Trump votando la messa nell'elenco dei terroristi del Commando Centrale degli USA CENTCOM.  

Gli Stati Uniti hanno circa 5000 soldati in Iraq, ospiti del governo e dell'esercito iracheno, vicino all'Iran, e a contatto con le milizie sciite sostenute dai Guardiani della Rivoluzione; questi soldati  considereranno i pasdaran dei terroristi, e viceversa?  

Terroristi sono le organizzazioni clandestine non statali che si avvalgono, nella loro lotta, di metodi basati sulla violenza spietata, quindi l'idea di chiamare terrorista l'esercito sovrano di una nazione è pericolosissimo e potrebbe scatenare una guerra in Medio Oriente dalle dimenzioni innimmaginabili. Ma forse è questo che Trump vuole!  

A seguito di questa inquietante dichiarazione la Press TV, il notiziario televisivo finanziato dal governo iraniano, è stato spento sulla piattaforma di Google, inclusi Youtube e Gmail. La voce dell'Iran viene soffocata di fronte al pubblico internazionale e non si risparmia neanche Hispan TV, canale iraniano in lingua spagnola, seguito in America latina, giudicato reo er aver diffuso ripetutamente la notizia riguardante i prigionieri palestinesi in Israele sui quali, pare, vengano effettuati dei test da parte di grandi aziende farmaceutiche.  

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A questo proposito è interessante leggere la conferenza della professoressa israiliana Nadera Shalhoub Kevorkian, tenuta alla Columbia University, durante la quale denunciava anche esperimenti e test armi sui bambini.  

Si tenga a mente che nel gennaio scorso viene arrestata, dall'FBI, Marzie Hashemi, giornalista americana convertita all'Islam della Press TV, e imprigionata per dieci giorni senza accuse; interessante, nel marzo 2019, l'incontro di Trump con Sundar Pichai, amministratore delegato di Google; “l'incontro si è concluso molto bene” aveva detto il presidente.  

Nelle immediate ore successive all'oscuramento delle piattaforme, Instagram ha censurato i racconti e gli elogi degli internauti nei confronti dei militari che avevano aiutato la popolazione colpita dall'alluvione nell'Iran occidentale.  

Alla luce di quanto è accaduto è seguito il colpo finale quando Washington ha annunciato che dal 2 maggio gli USA non rinnoveranno piu' l'esenzione di 180 giorni concessi ad otto paesi (Italia, Cina, Turchia, India, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Grecia) per l'importazione di petrolio dall'Iran.  

Trump minaccia sanzioni nei confronti di chi non seguirà il suo diktat; l'obbiettivo è quello di azzerare le esportazioni di greggio iraniano per privare di risorse il paese. La replica dei vertici della Repubblica Islamica non tarda che minacciano di chiudere lo stretto di Hormuz, nel golfo persico, interrompendo cosi il 30 per cento delle forniture golobali di petrolio.  

Ancora una volta l'amministrazione Trump sta dimostrando che il “diritto internazionale” e la “sovranità nazionale” non ha nessun significato. L'arroganza delle dicisioni di politica estera di Washington, che pensa di poter decidere chi è autorizzato e chi no a fornire energia ad una superpotenza emergente come la Cina, è a dir poco incredibile.  

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L'embargo totale all'esportazione del greggio iraniano è un vero atto di guerra di cui sembra non rendersi conto gran parte dell'opinione pubblica occidentale, incapace di qualsiasi reazione di fronte alla gravità di questa decisione.  

E l'Italia? Perde moltissimo obbedendo al diktat di Trump; ha una grande credibilità in Iran ed è il principale partner commerciale europeo; in questo momento la sua politica estera è congelata e da piu' di 18 mesi e non ha un addetto culturale in Iran, anche se era stata programmata l'apertura di un istituto culturale italiano, cosa che tanti paesi invidierebbero. L'immobilismo italiano è dovuto al fatto che M5S vorrebbe la relazione con l'Iran, mentre la Lega perferisce l'abbraccio con gli USA ed Israele.  

L'Unione europea non è uscita dall'accordo nucleare, ma non sta neanche rispettando il trattato, che tra l'altro prevede tutta una serie di facilitazioni finanziarie affinché l'Iran venisse reintegrato nel circuito internazionale. Per paura delle punizioni statunitensi, l'UE non opera nessuna transazione economiche, motivo per cui sta perdendo ogni credibilità.  

L'accordo sul nucleare è stato l'atto diplomatico piu' importante della storia dell'Unione che, secondo l'intesa, è garante del suo rispetto; l'UE deve avere il coraggio di rendere operativo il sistema INSTEX, un canale di pagamento creato dalla Francia, Germania e Gran Bretagna per le transazioni con Teheran, che permette di evitare il sistema bancario americano e la dittatura del dollaro.  

iran 66Il fatto che gli USA uscendo unilateralmente, dall'intesa siglata dall'ONU, non va soltato considerat0 un attacco all'Iran, ma anche un attacco all'Unione Europea che si dimostra fragile, tanto in termini di relazioni internazionali, quanto in termini di potenza economica. Il netto peggioramento della situazione economica dei prossimi mesi produrrà effetti negativi sul governo del moderato Rouhani.  

Attualmente l'opinione pubblica iraniana è convinta che Trump sia influenzato dalla banda di quattro B (Bolton, Bin Salman, Bin Zayed Al Nahyan e Benjamin Netanyahu detto BIBI); i quali lo spingerebbero verso un conflitto con il solo scopo di far schizzare alle stelle il prezzo di petrolio; nel contempo favorirebbero gli esponenti ultraconservatori iraniani, che già in questi mesi incolpano il governo riformista della recessione in atto. Costoro cercano di sfruttare le sanzioni dell'USA per raccogliere i consensi di una popolazione stremata. Con la speranza di una vittoria alle prossime elezioni presidenziali del 2021. In tutto questo ci vedo lo zampino di Trump, il quale non disdegna le dittature, pur rappresentando un paese che dovrebbe predicare il contrario.

Kamran Babazadeh  

Kamran BabazadehL’autore di quest’articolo Kamran Babazadeh  nel 1978 era tra i giovanissimi che a Teheran erano scesi in piazza per dimostrare contro il regime dello scià Reza Pahlevi.  All’indomani della rivoluzione è emigrato in Italia e poi in Svizzera dove per oltre quindici anni ha lavorato per OSAR ( l’organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati),

 

 

 

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