Margarethe von Trotta

Il suo film desordio è stato Il caso Katharina Blum, tratto da un romanzo di Heinrich Böll. Nel 1981 uscì Die bleierne Zeit in italiano Anni di piombo, Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia, film che valse a proiettarla tra i registi di culto. Dal 2017 è il presidente del Bif&st-Bari International Film Festival, ideato e diretto da Felice Laudadio.
 
"Die bleierne Zeit" (in italiano "Anni di piombo"), il film diretto da Margarethe von Trotta, esce nel 1981; in quell’anno vince il Leone d’Oro per il miglior film alla 38° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia (Presidente della giuria: Italo Calvino).
Da quel momento storici e giornalisti hanno iniziato a definire "anni di piombo" il periodo che va dall’inizio degli anni settanta alla metà degli ottanta.
 
Irmgard Möller, è l'unica sopravvissuta alla famigerata notte di Stammheim quando, il 18 ottobre 1977, Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe vennero trovati "suicidati" nella sezione di altissima sicurezza del carcere di Stoccarda.
I quattro terroristi appartenenti alla RAF furono rinvenuti alle prime ore del mattino morti suicidi nelle loro celle; Andreas Baader con un colpo di pistola alla nuca; Gudrun Ensslin impiccata ad un filo elettrico; Jan-Carl Raspe agonizzante per un colpo alla testa (morì lo stesso giorno, in ospedale); Irmgard Möller, l’unica che si salvò, venne trovata ferita da quattro coltellate al petto (nella cella non venne mai trovato un oggetto che avesse potuto infliggere ferite di quel tipo).
 
Margarethe von Trotta
Margarethe von Trotta nasce nel 1942 a Berlino, è figlia di Elisabeth von Trotta e del pittore Alfred Roloff. Alla fine della guerra, andò ad abitare insieme alla madre a Düsseldorf. 
A Parigi, ebbe contatti con il mondo del cinema, partecipando a delle riprese. Cominciò a studiare arte e, dopo essersi trasferita a Monaco proseguì gli studi universitari all'Università Ludwig Maximilian, e una scuola di recitazione. Si laureò discutendo una tesi in filologia romanza.
Esponente del nuovo cinema tedesco, iniziò la carriera a Parigi nel 1960 come attrice per Rainer Werner Fassbinder e per Volker Schlöndorff, e cominciando a collaborare alla regia di vari cortometraggi cinematografici.
Il primo film che ho visto era di Vittorio De Sica, I bambini ci guardano, a 16 anni in Germania e non in un cinema ma in una istituzione culturale americana e mi ha molto impressionato anche non sapendo ancora chi fosse De Sica, grande maestro del neorealismo che per noi tutti è diventato così importante. 
 
Anni di piombo Premiato a Venezia con il Leone d’Oro nel 1981, metteva in scena il conflitto proprio tra le due sorelle protagoniste: da giovani liceali stanno assistendo in classe ad una proiezione sui campi di concentramento e mentre una delle sorelle accetta la Cultura della Memoria, l’altra fugge dalla sala.
Sono le due anime della Germania che oggi si risveglia con rappresentanti di AfD eletti democraticamente al Reichstag.
La Cultura della Memoria è stato il processo collettivo che ha permesso alla Germania Occidentale di rifondarsi come società dopo Hitler, e sembra oggi più necessaria che mai a garantire a tutto il vasto corpo sociale tedesco una consapevole percezione del proprio tragico passato.

Hannah Arendt È uscito nelle sale italiane il 27 gennaio 2014, in occasione della Giornata della Memoria, ed è stato trasmesso in prima serata da Rai 3 il 29 gennaio 2015. Nel 1961 la filosofa e teorica politica ebraico-tedesca Hannah Arendt si reca a Gerusalemme per seguire, per conto del New Yorker, il processo al funzionario nazista Adolf Eichmann. Qui rimane sorpresa quando, pensando di trovare un mostro, vede solamente un uomo mediocre. La serie di articoli che scriverà le inimicheranno amici e lettori, ma saranno la forza della verità e il libero pensiero a spingerla avanti.

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