La riunione nel ventesimo anniversario dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) è stata focalizzata su due risultati chiave: dare il via all'ammissione della Repubblica islamica e dare forma a un’integrazione eurasiatica a spettro completo.
L’Italia è divenuto un paese di immigrazione una cinquantina di anni fa, intorno al 1973-1974 per essere più precisi, a seguito della guerra del Kippur e della crisi economica internazionale. Accadde perchè i paesi di più antica immigrazione chiusero le proprie frontiere ai lavoratori stranieri.
Le immagini dei migranti haitiani cacciati da agenti a cavallo hanno fatto il giro del mondo. Gli afro-americani hanno guardato agli eventi in Texas con un misto di orrore in più per i ricordi che la scena immortalata riporta alla memoria collettiva.
Soprattutto se il monumento è dedicato alle tragedie dei migranti. Dopo sei anni e mille disavventure e grovigli giudiziari il relitto naufragato il 18 aprile 2015 riconosciuto non soltanto come un simbolo, ma un vero e proprio frammento visivo e materiale della disperazione, avrebbe finalmente la sua sede.
Meglio investire nelle Forze armate tedesche che nell'ambiente. L'ha sostenuto, fin dall'inizio della sua campagna elettorale Annalena Baerbock la candidata dei Grünen alle elezioni del 26 settembre dalle quali sortirà il nome del nuovo Cancelliere dopo il ritiro dalla politica di Angela Merkel. Ma perché la leader dei Verdi tedeschi anche nell'ultimo confronto televisivo tra i tre candidati alla Cancelleria non si è soffermata più di tanto sull'ambiente, sul clima che dovrebbero rappresentare il suo core business? Qual è la vera posta in gioco?
Dopo il fragoroso ingresso dei Talebani a Kabul e il fuggi-fuggi degli occidentali, le immagini che riempiono in questi giorni le prime pagine dei giornali e i principali servizi televisivi sono soprattutto le proteste delle donne che temono di perdere le libertà conquistate nel corso degli ultimi vent’anni, e che oggi rappresentano tra la popolazione afghana il principale fenomeno di opposizione al regime talebano.