Irrational Man, oggetto del desiderio e impotente

Consiglio a tutti la visione del film di Woodi Allen Irrational Man, soprattutto ora che è disponibile nel catalogo Netflix. Guardarlo e riguardarlo come in moviola consente di scoprire e meravigliarsi delle trasposizioni culturali che con leggerezza e ironia,  il regista e autore riesce a coniugare nella trama fitta delle sue opere.

 Al centro ancora c’è l'omicidio, ed ancora più banalizzato da un gioco di seduzioni e tradimenti delle molte altre opere precedenti: Crimini e MisfattiMisterioso omicidio a ManhattanMatch Point, Scoop o Sogni e delitti. 

 La storia è quella di un professore universitario di filosofia, Abe, è dannato e un pò blasé, seduce quasi suo malgrado, la bella e giovane studentessa Jill che, sebbene felicemente fidanzata, non resiste al suo fascino tenebroso e autodistruttivo. Il legame pericoloso che nasce viene messo in crisi dal bisogno atavico di provare sensazioni forti di Abe e che lo spinge fino a progettare l’omicidio di uno sconosciuto.

Emma StoneEmma Stone è JillMa nella costruzione dei personaggi questa volta è diverso.

Abe, diversamente dai protagonisti degli altri film, quando si immerge nell’idea di compiere un assassinio non mostra l’ossessione luterana e borghese dell’utilitarismo (come in Match Point), né all’irrimediabile bisogno di essere salvato e redento (come in Magic in the Moonlight). Un professore con incapacità di guardare le cose per quelle che sono davvero e per quello che significano.
Jill che all'inizio sembra il personaggio capace di liberare Abe dai suoi demoni, col passare del film diventa chiaro come la brillante allieva sia l’ostacolo più ingombrate tanto ai diabolici piani del professore che al suo percorso di liberazione intellettuale. Una giovane donna che mostra una concretezza insospettabile in ognuno dei suoi gesti.

Come pure nell'inquadramento teorico del film c'è qualcosa di più.

Molte delle frasi sul senso della vita, della morte e del libero arbitrio prese a prestito da filosofi come Kant, Kierkegaard, Sartre e Husserl, sono citazioni inserite in realtà per dirci che il film parla di tutt’altro. Forse la chiave di lettura è la lotta fra la pragmatica e la speculazione. Ed in un momento centrale del racconto cita, come ad inquadrare i suoi percorsi di pensiero, Hannah Arendt la filosofa del saggio "La banalità del male".

Poi, senza tregua, l'aspetto sessuale ed edonistico

Per gran parte del film i corpi del protagonisti sono a figura intera, ti costringono a dimenticare lo spazio ed i contesti, obbligandoti a concentrarti sulla loro personalità. 

Jill su cui il regista indugia compulsivamente, è soprattutto un corpo seducente ammantato di una glacialità pudica e inaccessibile, gli stessi abiti color carne e dai colori neutri che indossa non fanno che ribadire insistentemente questo concetto.
Abe è allo stesso tempo oggetto del desiderio e impotente.
 

Ecco che sesso e morte, finiscono per somigliarsi a tal punto da confondersi l’uno nell’altra.

 
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Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.

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