Venezia e Berlino due realtà elevate a simbolo, perché impedite di decidere del proprio destino. Sembra paradossale, ma è così. Per dirla con un esempio, a Berlino è stato imposto e tolto il Muro per volontà altrui. Similmente accade a Venezia con le grandi navi, che continuano a penetrare nella città sulla laguna nonostante le proteste dei veneziani. Berlino e Venezia sono due realtà europee complesse, sovente accomunate dai medesimi problemi. A livello turistico le due città si assomigliano molto più di quello che si possa credere. Più di ogni altra città d’arte (ecco la sfiga), Venezia e Berlino sono state piegate, deformate e standardizzate dalle e sulle esigenze della ricettività turistica. Questo significa incorrere nel progressivo disfacimento del patrimonio umano di chi vive nei suddetti centri. Che sia la capitale di Germania o la città “unica al mondo”, la regola è sempre la stessa: le città d’arte vengono ridefinite sugli interessi di chi ne dispone turisticamente, producendo lo svuotamento dei centri e della periferia consolidata. Insomma Berlino e Venezia rappresentano un utile strumento per meglio comprendere le complicanze sociali del ventunesimo secolo.
Photo di Robyn Hooz
L'intento di questo dossier è di offrire - sostando dove altri tirano dritto - uno spazio di approfondimento sulla realtà sociale quotidiana, che tutti ci avviluppa e dalla quale sembra impossibile districarsi.
Più di qualsiasi altra piazza di Berlino essa era - cent’anni fa - il simbolo di Berlino capitale di cui viene coltivato con tanta cura il mito. Tutte le correnti culturali si incontravano e spesso si confondevano in quella piazza:
l' espressionismo, il dadaismo, il futurismo, il cubismo, il costruttivismo, la Nuova Obiettività. Erano gli anni nei quali Alexanderplatz era , “il cuore pulsante di una città cosmopolita come lo era Berlino”: così la definì Alfred Döblin nel suo celebre romanzo Berlin Alexanderplatz, del 1929.
La Laguna è considerata una infrastruttura, esattamente come il Mose la considera una vasca da bagno da riempire o svuotare a piacimento.
Sono state scavate e ampliate oltre ogni misura le bocche di porto che mettono in comunicazione mare e Laguna.
Alla fine dell’Ottocento la Bocca di Malamocco era profonda 10 metri, oggi contiene buche che raggiungono quota meno 57, il punto più profondo dell’Adriatico!
La delusione dei giovani è intensa a cominciare dal prezzo di affitto di una camera che può sfiorare i 650€ al mese. Poi c'è lo scontro con la burocrazia che è diventata nell'ultimo decennio ancora più macchinosa e pertanto meno disponibile alla comprensione. Insomma non è tutto rose e fiori. Andrea D'Addio direttore di Berlino Magazine, testata d'eccellenza dell'informazione in italiano in Germania, in questo articolo offre un quadro realistico di quel che accade e ne spiega il perchè, sfatando tanti miti sull'accoglienza berlinese.
La Biennale del 2021, celebrata come “momento prezioso e significativo per la rinascita culturale della città”, ha visto l’arrivo di molti investitori “smaniosi di aiutare Venezia ed ognuno di loro è stato ricompensato con generosità dagli amministratori della Biennale e dalle pubbliche istituzioni locali”. Il tentativo delle multinazionali di ammantare le proprie campagne pubblicitarie di una patina artistica, sta diffondendosi ovunque, è evidente che Venezia è una location irrinunciabile.
Come Berlino è oramai una delle città più visitate al mondo da quando è tornata ad essere la capitale della Germania. E come Venezia è una città sfigata.
Berlino assorbe le tragedie del Novecento e le fa proprie per volontà degli altri, non di chi la vive.
Prima è stata spaccata a metà, con i berlinesi divisi dal Muro, poi è stata messa a “capo” di un’Unione europea senza coesione politica né militare.
un po' di storia, di fasto, di poesia, di arte e di svenduto
Da sempre, il motivo principale dell'esodo dal centro insulare è la casa, ma la principale leva espulsiva è divenuta la conversione ad uso turistico del patrimonio abitativo cittadino. La possibilità di locare facilmente comuni abitazioni, tramite piattaforme internazionali ha infatti determinato una corsa al loro sfruttamento economico, consolidando un sistema di sussistenza basato sulla rendita fondiaria passiva, intorno alla quale si è costruito un saldo consenso sociale che, per quanto in maniera tacita, coinvolge una quota assai rilevante della popolazione.
Nei primi anni Settanta, di qua e di là del Muro gay, lesbiche e trans avevano costituito un movimento che continuò a battersi perchè Berlino non fosse più divisa fino alla caduta del Muro. La storia di Peter Tatchell, membro del "Gay Liberation Front" di Londra che riuscì a distribuire a Berlino Est dei volantini durante la celebrazione della "Giornata Mondiale della Gioventù" . Preso a botte dai giovani comunisti e inseguito dalla polizia della DDR, riuscì a fuggire da Berlino Est con l'aiuto di Charlotte von Mahlsdorf famosa trans della capitale divisa. Ma quella volontà di esserci, essere visibili e dunque politicamente coinvolti, crollato il Muro, è andata spegnendosi. Leggiamo perché.
Il protagonista del recente film di Andrea Segre, Welcome Venice (2021), è sicuramente lo spazio. Uno spazio urbano soggetto a un profondo cambiamento, come quello di Venezia. La storia è incentrata sui difficili rapporti fra tre fratelli, Piero, Alvise e Toni, pescatori di moeche (piccoli granchi che vengono pescati nel loro periodo di muta) dell’isola di Giudecca. Per una serie di circostanze, Piero e Alvise dovranno decidere se affidare la loro casa natale della Giudecca all’industria immobiliare che sta cambiando il volto di Venezia: Piero vorrebbe restare ma Alvise ha già preso la decisione di trasformare l’abitazione in un bed and breakfast per turisti.
Sebbene l'articolo 14 degli accordi di Potsdam dicesse che «durante il periodo dell' occupazione la Germania sarà trattata come un'entità economica unica», le tre potenze occidentali crearono nelle loro zone organi separati di gestione dell'economia locale che non si conciliavano con il modello economico e sociale del "quarto occupante", cioè l'Unione Sovietica.
In Piazza San Marco ci sono venti effigi della Giustizia scavate nella pietra. Venezia & Giustizia, connubio inscindibile dell’auto-rappresentazione della città, preteso dal patriziato veneziano per evidenziarsi come fautori del governo ideale. Pino Usicco ne racconta la storia con le immagini e con questo saggio che volentieri pubblichiamo.
É il 26 giugno 1962, (il secondo del Muro) quando il presidente degli Stati Uniti tiene davanti al municipio di Schöneberg un discorso rimasto celebre. anche per il seguito della frittella. Si dice che il Muro separava le due Berlino. É più corretto dire che ne avvolgeva una, quella che comprendeva i tre settori occidentali, separandola non soltanto dalla città orientale ma anche dalla campagna brandeburghese.
Se si parla di Venezia e Berlino e di Germania e Italia un' altra ragione c'è
Il sacco di Roma (6 maggio 1527) compiuto dai Landsknechte è l'evento che più compromette l'immagine dei popoli germanici agli occhi degli italiani.
Il deterioramento dell'immagine è reciproco e durerà a lungo, trasformandosi in una impropria generalizzazione, in un luogo comune che attraverserà i secoli.
Verrat, tradimento. É una parola che rimbalza spesso fra Italia e Germania, fin dai primi anni dell'era volgare quando il germanico Arminio, ufficiale e cittadino romano, voltò le spalle al suo comandante Publio Quintilio Varo e trascinò le legioni nella trappola mortale della selva teutoburgica.
La figura di Garibaldi seduceva i tedeschi riscattando molti atavici pregiudizi a carico degli italiani. Una nipote di Theodor von Neuhoff, singolare avventuroso personaggio che riuscì per qualche tempo a farsi incoronare re di Corsica, non aveva forse sposato nei primi decenni del Settecento un certo Giuseppe Battista Garibaldi, che sarebbe il bisnonno del condottiero?
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