Dietro al «Green Pass» a restrizioni variabili

L’Huffington Post ci informa sulla via italiana agli arresti domiciliari dei dissidenti. Per chi non aderisce alla nuova religione vaccinale l’arma finale si chiama “Green Pass”. Ma poiché bisogna sembrare equilibrati, lorsignori ci annunciano un «Green Pass a restrizioni variabili», con una «estensione che andrà di pari passo con i contagi».

greenpassRagionevole no? Andando sul tecnico l’articolista ci spiega che il certificato verde verrà concesso solo dopo la seconda dose.
Questo perché: «E’ scientificamente provato che per avere una copertura completa, soprattutto con il diffondersi della variante Delta, sia necessaria la seconda dose».

Bene, bene, bene. Fatevi la seconda dose e tutto andrà bene. Oltre a qualche disturbo avrete pure il green pass. Ma, insieme ad esso, avrete anche la certezza di essere protetti al meglio dalla variante Delta. Questo il messaggio diffuso a reti unificate.

Ma davvero stanno così le cose?
I dati che arrivano da Israele ci dicono l’esatto contrario. Peccato che i media nazionali non ce ne parlino. Dal loro punto di vista questi numeri hanno infatti due difetti: sono troppo precisi e dimostrano l’esatto contrario di quel che ci vorrebbero far credere.

Lo stato israeliano non ci è certo simpatico, ma la mole di informazioni che si possono trovare sul sito del suo ministero della Sanità non ha probabilmente uguali al mondo. Ciò dipende in buona parte da un lavoro certosino di raccolta dati che rientra nell’accordo fatto a suo tempo da Netanyahu con Pfizer: la famosa sperimentazione di massa!

Ma andiamo al dunque. Mentre fino agli inizi di giugno i dati israeliani, al pari di quelli britannici, sembravano dar ragione all’efficacia del vaccino, adesso la musica è cambiata, e l’efficacia nei confronti della variante Delta (che in Israele rappresenta quasi il 100% dei casi) sembrerebbe sostanzialmente pari a zero.

Esageriamo? La tabella qui sotto ci dice di no.

Tabella 1 Ministero sanita Israele

I dati si riferiscono alla settimana dal 4 al 10 luglio. Come si vede nelle prime tre colonne da sinistra, i positivi vaccinati sono molti di più di quelli non vaccinati in tutte le fasce d’età. Già da questo si capisce quanto protegga il vaccino! Ma il confronto più interessante è quello tra le ultime due colonne, che abbiamo sottolineato in rosso. Nella prima si osservano le percentuali dei vaccinati sul totale dei positivi; nella seconda la percentuale della popolazione vaccinata. Il tutto sempre suddiviso per fasce d’età. Questo raffronto è impietoso perché le percentuali delle due colonne sono sostanzialmente equivalenti, segno dell’assoluta inefficacia del vaccino.

Vediamo meglio il tutto con la tabella qui sotto (una nostra elaborazione sempre sulla base dei dati del ministero della Sanità israeliano). Considerata la percentuale dei vaccinati nelle diverse fasce d’età, si ottengono i positivi attesi tra di essi nel caso limite di un’efficacia vaccinale uguale a zero. Confrontando poi i casi attesi in questa ipotesi con quelli reali si ottiene la percentuale di efficacia del vaccino.

Tabella 2 Efficacia vaccino su variante Delta su dati Israele

I numeri sono fin troppo chiari, la coincidenza tra questa ipotesi per niente estrema e la realtà dei fatti fin troppo evidente. Lo scostamento tra i casi reali (1.470) e quelli attesi nell’ipotesi di efficacia zero (1.479) è di sole 9 unità. Non è possibile perciò creare alcuna suspense. In questi mesi abbiamo sentito parlare, per i diversi vaccini, di un’efficacia del 95, 90, 70, 60, 50%… Qui invece ne registriamo una che non arriva neppure all’1%, fermandosi piuttosto allo 0,62%. Un dato che si commenta da solo.

Ora, che in questa situazione si continui ad insistere sulla vaccinazione e sul green pass, che è poi lo strumento per rendere l’inoculazione truffaldinamente obbligatoria, è un fatto che grida vendetta.

Agli inizi di giugno avevamo osservato come i numeri ufficiali di tanti (troppi) Paesi non corrispondessero affatto alla lieta novella del vaccino salvatore che ci veniva narrata. Avevamo visto, ad esempio, come i dati dei primi quattro Paesi dell’UE nell’ultima settimana di maggio (dopo cinque mesi di foga vaccinale) fossero assai peggiori di quelli dello stesso periodo del 2020, quando il vaccino proprio non c’era.

Oggi, ad un mese e mezzo di distanza, quel confronto è ancora più significativo. Dal 20 giugno i casi a livello mondiale sono di nuovo in crescita, mentre la media mobile a 7 giorni al 15 luglio è di 482.367 casi contro i 134.946 della stessa data del 2020 (+357%). Eppure, a livello mondiale, siamo quasi a 4 miliardi di dosi inoculate! E’ così che funziona il vaccino???

A chiudere il cerchio arrivano adesso i dati israeliani. L’inefficacia del vaccino, almeno con la variante Delta, è acclarata. Perché allora continuare con la pressione vaccinale e con i ricatti del green pass? Non sarebbe meglio prendere atto che il vaccino non funziona e dedicarsi piuttosto alle cure di una malattia che sembra ormai manifestarsi in forma piuttosto attenuata?

Domande retoriche, dato che lorsignori hanno il loro piano. Che nulla ha a che fare con la salute degli esseri umani.

Leonardo Mazzei

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